
Riarmo. Vignetta del 15/03/2023 in CTXT
Traduzione della vignetta: "Lo chiamiamo progetto di pace".
Una cosa di cui si parla molto, e che continueremo a sentire nei prossimi mesi, è il riarmo.
Gli scenari per il riarmo di un Paese sono di solito giustificati con una certa logica, sebbene sia possibile anche un riarmo basato su condizioni ambigue o su minacce improbabili o inesistenti.
Queste circostanze possono far seguito a un precedente periodo di disarmo, a causa di una sconfitta o di una carenza di rifornimenti dovuta al dispendio di mezzi di uccisione in guerra, o di autolimitazione, per qualsiasi motivo.
E poi ci sono le interpretazioni più allegre che parlano di una mossa per rafforzare la "difesa e la sicurezza" intesa come "obbligo" di fronte a minacce più o meno imminenti, anche se non esistono. Il classico"just in case". È qui che tutto è lecito, perché è in nome della sicurezza che siamo abituati a fare quasi tutto con l'argomento della prevenzione obbligatoria.
E questo è il jolly che l'Europa sta usando, a cui aggiunge un'altra scusa zoppicante per farsi bella: la risemantizzazione è "un progetto di pace".
In occasione del vertice straordinario del 6 marzo 2025 a Bruxelles, i rappresentanti dei Paesi dell'UE hanno annunciato la mobilitazione di circa 800 miliardi di euro per il "riarmo dell'Europa".
La maggior parte di questo denaro, circa 650 miliardi, proverrebbe da nuovi debiti contratti dai singoli Paesi dell'UE, non da debiti comuni. I restanti 150 miliardi, sostengono, sarebbero garantiti dall'assistenza creditizia del bilancio dell'UE. Tutti debiti che, insistono, non pagheremo, che saranno pagati da chissà chi perché patate. O almeno così cercano di farci credere.
Non fraintendetemi, non è una cosa inventata due giorni fa: già nel 2022, al vertice NATO di Madrid, si parlava di armare fino ai denti e oltre.
Ma un'altra delle battute è che il piano di riarmo avrebbe l'obiettivo di non dipendere più dagli Stati Uniti in un momento in cui l'industria europea degli armamenti è ai minimi termini rispetto ai Paesi che fanno i soldi nel business della guerra. Comunque sia, i "ma" e i "ma" stanno già cominciando a comparire.
Ed è impossibile non ridere di un piano di riarmo della difesa dell'UE, ora ribattezzato "progetto di pace", che ha permesso, sostenuto, finanziato e armato il genocidio palestinese, per non parlare di altri recenti scempi.