La Corte europea dei diritti dell'uomo condanna la Spagna per aver violato i diritti dei giudici catalani pro-processo

 
La Corte europea dei diritti dell'uomo condanna la Spagna per aver violato i diritti dei giudici catalani pro-processo

In linea con la collusione di queste parti marce dello Stato, della polizia, della magistratura e della stampa , vale la pena notare questa sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani, che il 28 giugno ha condannato la Spagna per aver violato l'articolo 8, ossia il diritto al rispetto della vita privata e familiare di un gruppo di giudici catalani a favore del governo filocatalano.

Il caso riguarda la compilazione da parte della polizia catalana di dossier sui giudici che avevano espresso la loro opinione sull'indipendenza della Catalogna dalla Spagna. In seguito, diversi documenti di questi file, comprese le fotografie, sono stati divulgati alla stampa. Un altro capitolo della ramificazione di queste fogne che continuano ad essere negate ai livelli più alti.

Nel febbraio 2014 i ricorrenti, insieme ad altri 13 giudici, hanno redatto un manifesto in cui si affermava che, in base alla Costituzione e al diritto internazionale, il popolo catalano aveva il "diritto di decidere" (sulla questione dell'indipendenza catalana).


La Corte ha ritenuto in particolare che la mera esistenza dei rapporti di polizia impugnati, la cui redazione non aveva alcuna base giuridica, costituisse una violazione della Convenzione. Inoltre, ha ritenuto che le indagini sulle fughe di notizie fossero insufficienti perché il capo della polizia di Barcellona, una figura chiave nell'indagine, non è stato ascoltato.

Fotografie del DNI trapelate a La Razón


Nel marzo dello stesso anno, il quotidiano La Razón pubblicò un articolo intitolato"La conspiración de 33 jueces soberanistas"(La cospirazione di 33 giudici pro-sovranità) su questo manifesto. L'articolo conteneva informazioni personali e foto dei richiedenti prese dal database della polizia. Per questa pubblicazione, Francisco Marhuenda è stato imputato.

Secondo la sentenza, che può essere letto quile fotografie dei firmatari pubblicate sul giornale provenivano dal database della polizia, a cui solo le autorità avevano accesso. Sebbene l'indagine interna non abbia determinato come le fotografie siano state diffuse alla stampa, non possono essere state diffuse senza il consenso delle autorità. In queste circostanze, lo Stato convenuto è responsabile. Nel caso in cui si verifichi una tale divulgazione illegale, l'obbligo positivo dello Stato, insito in un effettivo rispetto della privacy, comporta l'obbligo di indagare efficacemente al fine di porvi rimedio nella misura del possibile".

La Spagna deve ora pagare ai querelanti 4.200 euro per danni morali e 3.993 euro per costi e spese. Nessun problema. Queste persone hanno un sacco di soldi da spendere per le multe, che sono felici di pagare sapendo che non ci saranno ulteriori conseguenze.

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