Nakba 2024, vignetta del 18/02/2024 in CTXT
Il concetto di Nakba o "giorno della catastrofe" è un termine arabo (النكبة) introdotto nel 1998 dall'allora presidente Yasser Arafat, per commemorare l'esodo di centinaia di migliaia di palestinesi durante il conflitto che li costrinse a uno spostamento permanente e che portò alla creazione di Israele il 14 maggio 1948.
76 anni dopo, con un genocidio in corso e la passività, o addirittura l'assistenza diretta, dei governi di diversi Paesi, stiamo assistendo a una nuova Nakba in diretta, con la differenza che potrebbe concludersi con un massacro senza precedenti.
Israele ha spinto i palestinesi verso sud "per la loro sicurezza", annientandoli lungo il percorso e saccheggiando o distruggendo le loro case e le loro terre, fino a quando ha messo all'angolo più di un milione di persone a Rafah, al confine con l'Egitto.
L'Egitto, sapendo cosa sta per accadere, sta costruendo una zona chiusa di "alta sicurezza" che alcuni chiamano "un muro" (ma è un pezzo di terra circondato da muri, una grande gabbia di cemento) per "ospitare" i rifugiati palestinesi da Gaza. O, in altre parole, per impedire loro di camminare liberamente in Egitto o di spostarsi in altri luoghi.
L'Australia, il Canada e la Nuova Zelanda hanno già messo in guardia Israele, sempre timidamente e solo a parole, contro un'operazione "catastrofica" a Rafah annunciata da Netanyahu.
Gli Stati Uniti, ipocriti come sempre, che non hanno smesso di fornire tonnellate di armi a Israele, ora 'avvertono' che non sosterranno l'incursione a Rafah senza un piano reale per proteggere i civili. La macabra barzelletta si racconta da sola. Fino a ieri, le decine di migliaia di civili uccisi in Palestina contavano esattamente tre volte per gli Stati Uniti. La lettura da fare è che, se non sostiene l'attacco, li lascerà fare e non muoverà un dito per fermarlo. Come al solito.
Nel frattempo, gli psicopatici dell'IDF si divertono sadicamente a mostrare al mondo la loro turpitudine morale. Mostrano con orgoglio e sorriso i risultati delle loro azioni genocide e mostrano al mondo i resti delle case di coloro che hanno costretto a trasferirsi.