Cartone animato rimosso dalla mostra di Diana Raznovich dopo le lamentele del giudice

Cartone animato rimosso dalla mostra di Diana Raznovich dopo le lamentele del giudice

I giudici sono riusciti a rimuovere questa vignetta da una mostra senza un ordine del tribunale o altro. E perché? Perché possono, ecco perché sono giudici, e i giudici non scherzano. Non hanno nemmeno dovuto chiedere che venisse rimosso e che l'autrice venisse licenziata da qualsiasi lavoro abbia, come è tradizione in questo

Francia per costruire la "casa europea delle vignette satiriche e della stampa"

Francia per costruire la "casa europea delle vignette satiriche e della stampa"

Via Nicolas Appert parigi, dove aveva sede la rivista satirica Charlie Hebdo, un giorno dopo gli omicidi. Foto Guillaume Galmiche. Licenza CC BY 2.0. L'idea di una "casa delle vignette della stampa" è stata proposta per la prima volta nel 2007 dal vignettista, e poi dalla sua vedova, la giornalista Georges Wolinskie successivamente

le vignette possono essere divertenti e diversificate?

le vignette possono essere divertenti e diversificate?

Capitan Pericolo: "Ora cercherò di disegnare un cartone animato con la diversità" Questa è la domanda che si pone il vignettista Nick Newman e che usa come alibi per dare un'opinione più approfondita sulla questione della rappresentazione della diversità nei cartoni animati in un articolo su The Spetctator. Secondo Newman, "Tra le tante

La lenta ed eterna agonia dei cartoni nei media tradizionali

La lenta ed eterna agonia dei cartoni nei media tradizionali

La lenta ed eterna agonia dei cartoni nei media tradizionali Pagine di opinione di quattro giornali canadesi senza vignette. Il vignettista Graeme MacKay (Ontario, 1968) conto sulla sua pagina Facebook che quattro dei principali giornali canadesi del gruppo, il Calgary Herald, Montreal Gazette Postmediail Calgary Herald, la Montreal Gazette, l'Ottawa Citizen e il

L'altro Quino

L'altro Quino

Quino è morto, ma in realtà un altro Quino se n'è andato, oltre a quello che oggi quasi tutti ricordano come il padre di Mafalda. Per un bambino di un sobborgo suburbano di classe inferiore negli anni '70, l'unica opzione per accedere al materiale di lettura che le edicole non offrivano era quella