Lucky Luke ha "perso" il suo sigaro
Fumetti e censura
Non sono solo i giornalisti che a volte vengono ostacolati o minacciati quando cercano di fare il loro lavoro. Anche i vignettisti e i fumettisti sono sempre stati in prima linea quando si tratta di esercitare la libertà di espressione. L'autore ed esperto di fumetti Jan Smet ha recentemente pubblicato"Duizend bommen en castraten" su questo tema Il libro esamina con esempi il modo in cui, nel corso degli anni, la censura si è occupata dei fumetti
A Lucky Luke non è più permesso fumare e The Marsupilami è stato accusato di mettere idee sbagliate nella testa dei bambini, per fare solo un paio di esempi. La mostra pedagogica compie un tour visivo attraverso un secolo di queste tensioni. Fumettisti e narratori grafici, da un lato, e editori, redattori, leader religiosi e politici, dall'altro.
Questo descrive la mostra "Vesciche e castrati, censura e fumetti", che può essere visitata fino al 21 maggio presso la sala Bozar a Bruxelles.
Per Karl Van den Broeck, coordinatore della sala, i tempi in cui re, dittatori e presidenti esercitavano pressioni sono ormai lontani nelle democrazie occidentali, ma sono comparsi nuovi censori e cita quello che ritiene uno degli esempi più esemplificativi, la controversia su una delle prime opere di Tintin, inclusa nella mostra, in cui il popolare personaggio viaggiava in un Congo degli anni '30 e in cui gli stereotipi e il razzismo intrinseci alla società dell'epoca sono palpabili.
Hergé ha riconosciuto anni dopo di essere stato influenzato dai pregiudizi dell'"ambiente borghese" dell'epoca quando ha concepito il fumetto; tuttavia, questo non è stato sufficiente per portare il caso alla Commissione britannica per l'uguaglianza razziale nel 2007. Anni dopo, un tribunale stabilì che il fumetto non era razzista, ma la controversia continua ancora oggi, secondo uno dei pezzi della mostra Tintin.
"Pubblicandolo ora, non state commettendo un atto razzista, ma dovete spiegarlo. Quindi ora questi fumetti vengono ristampati con una spiegazione all'inizio", dice Van den Broeck.
"Penso che quando le opere o i cartoni animati incitano alla violenza o alla discriminazione, la censura non sia una cosa negativa. Si può avviare una discussione, che è la cosa migliore, perché ciò che mi spaventa (...) è che qualcuno di autorità dica 'questo deve essere censurato'".Fonte.
La mostra pone una domanda finale al visitatore: è giustificata una certa dose di censura per proteggere le minoranze sociali? censura per proteggere le minoranze sociali?